venerdì 14 settembre 2007

A proposito di...cinema e territorio

Cinema e territorio, un legame sempre più stretto
Lo conferma una nuova ricerca presentata alla 63ma Mostra del Cinema di Venezia
Salina, la spiaggia della Pollara in una scena di 'Il postino'
L'Inghilterra di Harry Potter, le Highlands di Braveheart, la Tokio di Lost in Translation. Oppure, senza allontanarsi troppo, la Salina del 'Postino', la Napoli di 'Un posto al Sole' o la campagna piemontese di 'Elisa di Rivombrosa'. Sono sempre più numerosi gli esempi di turismo legato ai luoghi che hanno fatto da sfondo a film o fiction.

Ma i vantaggi legati alla produzione di film non si limitano alle vacanze: ospitare una produzione cinematografica significa, infatti, per il territorio stesso, acquisire una serie di vantaggi e benefici più o meno direttamente correlati; particolarmente evidenti sono le ricadute dirette, indirette e indotte derivanti dall’attività di produzione condotte sul territorio, e dalla presenza di intere troupe, che suscitano significative richieste di vari servizi.

La complessità delle relazioni tra produzioni cinematografiche e territori è stata indagata attraverso un importante progetto di ricerca promosso dal Settore Cinema della Biennale di Venezia, con il supporto di Banca Italease, Centro Studi Nuct Mediterraneo, Film Commission Torino Piemonte, Film Commission Regione Campania, presentato nei giorni scorsi al Lido di Venezia, nell'ambito della 63ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. La sua realizzazione, affidata alla società Risposte Turismo, è stata possibile anche grazie al supporto operativo fornito da Kataweb attraverso la sezione cinema del Portale e di Trovacinema.

Il percorso di studio parte da una riflessione sul destination management e da un inquadramento sul film–induced tourism, analizza la complessità dei rapporti tra chi rappresenta il territorio turisticamente e non solo, e chi invece le società di produzione, per poi presentare una originale casistica internazionale in grado di offrire spunti particolarmente interessanti per eventuali progetti da avviare e politiche da adottare nel nostro Paese.

Una delle parti centrali del lavoro è quella che descrive e riporta i risultati della web survey condotta con l’intento di indagare in profondità il ruolo e la capacità dei film di elevarsi a veri e propri driver all’interno del processo di scelta ed acquisto di una vacanza. I risultati di questa indagine, condotta su un campione di poco più di 900 individui, hanno permesso di evidenziare come ad oggi quattro soggetti su cinque affermino di provare almeno qualche volta il desiderio di visitare un luogo o i luoghi visti rappresentati in un film, mentre poco più di uno su cinque dichiari di farsi influenzare costantemente dal cinema nelle scelte di consumo turistico.

Il 15% degli intervistati ha invece dimostrato di aver visitato, negli ultimi tre anni, un luogo od una destinazione proprio per averlo precedentemente visto rappresentato in una pellicola. Altri risultati significativi emergenti dall’intero studio, che prosegue analizzando la situazione italiana e l’operato delle film commission, riguardano gli effetti che le produzioni cinematografiche realizzate all’interno del territorio nazionale determinano sull’economia locale, in termini, cioè, di benefici economici – indagati dal punto di vista della spesa diretta, indiretta ed indotta - ed occupazionali. Partendo dall’analisi di una serie di produzioni ospitate in due territori regionali scelti come focus – la Campania ed il Piemonte, sostenitori della ricerca e ai quali è dedicato uno speciale approfondimento – il percorso di studio ha permesso di stimare il valore economico determinatosi all’interno del Paese grazie alla realizzazione di una molteplicità di produzioni tra lungometraggi e fiction, cortometraggi e documentari. Secondo tali stime, che si riferiscono a quanto accaduto in Italia nel 2005, da una spesa diretta sostenuta dalla stesse pari a oltre 260 milioni di euro si giungerebbe ad un impatto economico complessivo, calcolando gli effetti moltiplicativi della spesa sul territorio, pari ad oltre 450 milioni di euro. Dal punto di vista occupazionale l’attività di questo settore avrebbe inoltre portato alla creazione di quasi 2000 posti di lavoro annui. Sono valori di minima, da considerare come riferimento capace di esprimere una parte significativa del fenomeno, per quanto non nella sua interezza.

(04-09-2006)

Nessun commento: